Post Image

REST API vs GraphQL: vantaggi, svantaggi e casi d’uso

Dopo aver esplorato in dettaglio sia le differenze tecniche sia gli aspetti legati a performance e sicurezza tra REST e GraphQL, è giunto il momento di tirare le somme. In questo articolo confronteremo i pro e i contro di ciascuna soluzione, offrendo una panoramica chiara e sintetica per aiutarti a orientarti nella scelta. Inoltre, presenteremo alcuni casi d’uso concreti, reali o ipotetici, che mostrano come e perché certe scelte siano state preferite in contesti specifici, fornendo così una guida pratica e applicabile.

Vantaggi e svantaggi a confronto

Nel momento in cui si deve scegliere tra REST e GraphQL, è fondamentale valutare non solo le caratteristiche tecniche, ma anche il contesto del progetto, il team e gli obiettivi di lungo termine. Per aiutarti a orientarti, vediamo prima una tabella comparativa che sintetizza i principali vantaggi e limiti di ciascuna tecnologia, seguita da un approfondimento su quando conviene usare l’una o l’altra.

Tabella comparativa REST vs GraphQL

| Aspetto | REST | GraphQL | Note di contesto | | ------------------------------ | ----------------------------------------------- | -------------------------------------------------------- | ----------------------------------------------------------------- | | Numero di endpoint | Molti endpoint distinti, uno per risorsa/azione | Un solo endpoint che gestisce tutte le query | REST richiede più definizioni; GraphQL ha più flessibilità | | Formato richieste/risposte | Richieste semplici, risposte fisse in JSON | Query personalizzate con risposte dinamiche | GraphQL riduce over-fetching ma aumenta complessità | | Tipizzazione | Tipizzazione implicita, documentazione separata | Schema fortemente tipizzato e introspezione | GraphQL aiuta a prevenire errori e facilita tool | | Versionamento | Versioni multiple endpoint, es. /v1/, /v2/ | Schema evolutivo con deprecazioni progressive | REST può causare confusione; GraphQL gestisce meglio l’evoluzione | | Caching | Facile caching HTTP basato su URL | Complesso, richiede soluzioni custom | REST è più immediato, GraphQL richiede lavoro extra | | Sicurezza | Gestione semplice per endpoint | Maggiori rischi per query complesse e introspezione | GraphQL richiede controlli più sofisticati | | Performance | Ottimo in casi semplici o monolitici | Eccelle in richieste personalizzate e frontend complessi | Dipende dalla complessità delle query | | Curva di apprendimento | Bassa, standard ampiamente diffuso | Più ripida, richiede conoscenze specifiche | GraphQL può essere inizialmente più impegnativo | | Strumenti e supporto | Ampio ecosistema e tooling maturo | Ecosistema in rapida crescita e molto attivo | Entrambi ben supportati, ma con approcci diversi |

Quando REST è più indicato

REST è spesso la scelta preferita quando si lavora con applicazioni semplici o mediamente complesse, in cui le operazioni CRUD classiche dominano il flusso dati. Ecco alcuni scenari tipici:

  • Progetti con team backend consolidati: REST è ampiamente conosciuto e molti sviluppatori hanno esperienza con esso, riducendo tempi di formazione e rischi.
  • Applicazioni con API pubbliche e versionate: la chiarezza degli endpoint e la gestione esplicita delle versioni semplifica il mantenimento e la compatibilità.
  • Sistemi in cui il caching HTTP tradizionale è un vantaggio: REST permette di sfruttare facilmente CDN e caching browser.
  • Quando la sicurezza deve essere semplice e rigorosa: con endpoint specifici, si possono applicare controlli granulari senza particolari complessità.
  • Quando la flessibilità nelle query non è una priorità: se il client non ha bisogno di dati altamente personalizzati, REST è più diretto e lineare.

In sintesi, REST funziona molto bene quando vuoi un modello chiaro, semplice e con tool collaudati, specialmente se le tue API sono piuttosto stabili nel tempo e seguono pattern CRUD.

Quando GraphQL brilla

GraphQL emerge come la scelta ideale in contesti più dinamici, dove il frontend ha esigenze sofisticate di dati e desidera massima libertà nella selezione di ciò che richiede. Alcuni esempi:

  • Frontend complessi e multi-device: app web, mobile e desktop che consumano dati molto diversi e devono adattarsi rapidamente a cambiamenti.
  • Progetti con team frontend potenti: GraphQL consente ai team frontend di costruire query precise, riducendo la dipendenza dal backend per endpoint specifici.
  • Applicazioni con dati altamente relazionati: GraphQL semplifica l’ottenimento di dati nidificati in un’unica chiamata, evitando molteplici round trip.
  • Necessità di evoluzione rapida dell’API: grazie al sistema di deprecazione integrato, è possibile aggiungere o modificare campi senza creare versioni multiple.
  • Richieste che necessitano di ottimizzazione del payload: GraphQL permette di evitare over-fetching, migliorando l’efficienza soprattutto su reti lente o mobile.

Tuttavia, GraphQL richiede investimenti iniziali maggiori, sia in termini di apprendimento che di progettazione dell’architettura server. Inoltre, deve essere gestito con attenzione per evitare query troppo pesanti o problemi di sicurezza.


In definitiva, sia REST che GraphQL hanno punti di forza e limiti specifici: la scelta migliore dipende dal progetto, dal team e dal contesto in cui si opera.

Casi d’uso reali

Quando si deve scegliere tra REST e GraphQL, spesso la decisione nasce da esigenze pratiche legate al progetto specifico, al team e all’esperienza utente finale. Vediamo qualche esempio concreto per capire meglio come questi due approcci si comportano in situazioni reali.

Caso 1: API per un blog semplice o sito aziendale

Immagina un team che deve costruire un backend per un blog o un sito aziendale con poche pagine dinamiche, un elenco di articoli, una pagina autore e una sezione contatti.

In questo scenario, la semplicità è la chiave: le risorse da gestire sono poche e con struttura ben definita. Il team ha esperienza con REST e vuole un’API chiara e facile da mantenere nel tempo.

Perché REST è la scelta ideale?

  • Le operazioni CRUD su articoli, autori e commenti sono perfettamente modellate con endpoint REST.
  • La maggior parte delle richieste sono semplici e non richiedono dati nidificati complessi.
  • Il caching HTTP può migliorare notevolmente la performance lato client.
  • Il team non deve imparare un nuovo paradigma, risparmiando tempo e costi.

In questo contesto, GraphQL porterebbe più complessità del necessario, con un overhead di progettazione e sicurezza non giustificato.

Caso 2: Piattaforma social con app mobile e web

Consideriamo ora una piattaforma social con diverse app (web, iOS, Android), dove gli utenti possono vedere feed personalizzati, profili con molte relazioni (amici, gruppi, eventi), e aggiornare continuamente i propri dati.

Qui il frontend richiede molta flessibilità: ogni app mobile o web vuole richiedere esattamente i dati di cui ha bisogno, spesso diversi tra loro.

Perché GraphQL è la scelta vincente?

  • Un singolo endpoint GraphQL permette a tutti i client di costruire query personalizzate, evitando over-fetching e under-fetching.
  • La possibilità di richiedere dati nidificati (es. profilo + amici + ultimi post) in un’unica chiamata riduce la latenza e migliora l’esperienza utente.
  • Il team frontend può lavorare in modo più indipendente, costruendo e modificando le query senza dipendere sempre dal backend.
  • L’evoluzione continua dello schema consente di aggiungere campi senza creare nuove versioni dell’API.

Questo scenario evidenzia come GraphQL renda più agile e scalabile lo sviluppo di applicazioni moderne e dinamiche.

Caso 3: Sistema enterprise con API estese e controllo rigido

Immagina infine un’azienda con un sistema backend complesso che espone API a diversi clienti e servizi interni, con stringenti requisiti di sicurezza, auditing e versionamento rigoroso.

Il team deve garantire stabilità e prevedibilità, oltre a un controllo preciso delle autorizzazioni e dell’accesso ai dati.

Perché REST rimane la scelta preferita?

  • La granularità degli endpoint REST permette un controllo dettagliato e sicuro sulle operazioni.
  • Il versionamento esplicito evita ambiguità e facilita la gestione di clienti con versioni diverse dell’API.
  • Il caching e la sicurezza tradizionale si integrano facilmente con infrastrutture consolidate.
  • L’assenza di introspezione automatica riduce il rischio di esposizione accidentale di dati o funzionalità.

In questi contesti, la complessità e flessibilità di GraphQL possono introdurre rischi o complicazioni non necessarie.


Questi esempi mostrano chiaramente che non esiste una soluzione “universale”: REST e GraphQL sono strumenti diversi, e la scelta migliore dipende dalle caratteristiche specifiche del progetto, dai vincoli tecnici e dalle priorità del team.

Conclusione

Abbiamo visto come REST e GraphQL siano strumenti potenti ma con caratteristiche, vantaggi e limiti distinti. Non esiste una scelta universale migliore, ma piuttosto una decisione da prendere in base a fattori quali esigenze progettuali, composizione del team, complessità dei dati e requisiti di performance. Sperimentare e approfondire entrambi gli approcci è la strada migliore per adottare la tecnologia più adatta. Se vuoi tornare ai fondamenti, ti invito a rileggere il primo articolo, oppure proseguire nell’esplorazione con ulteriori approfondimenti e casi reali.