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Windows 10 dopo il 2025? Ecco cosa rischi davvero

Abbiamo già visto, nel primo articolo di questa serie, che Windows 10 è destinato ad andare in pensione. La data è ufficiale: 14 ottobre 2025. Dopo quel giorno, Microsoft smetterà di distribuire aggiornamenti di sicurezza, patch correttive e supporto tecnico, rendendo Windows 10 un sistema operativo formalmente obsoleto.

E no, non è una questione teorica o lontana nel tempo. È qualcosa di molto concreto, che riguarda milioni di utenti nel mondo e anche tantissimi in Italia. Basta dare un’occhiata su Reddit per capire quanto già oggi ci sia confusione, timore e (purtroppo) una grande sottovalutazione del problema.

Perché, diciamolo chiaramente: restare su un sistema non supportato è come vivere in una casa con le finestre aperte in una zona a rischio furti. All'inizio forse non succede nulla. Ma prima o poi, qualcosa entra. Ed è lì che si paga il prezzo dell’inazione.

In questo articolo analizzeremo proprio questo: cosa comporta restare su Windows 10 dopo il 2025, quali sono i rischi reali che potresti affrontare, e perché ignorare il problema non è un'opzione, soprattutto oggi che le alternative – come Linux – sono più accessibili che mai.

Pronto? Cominciamo dal pericolo più invisibile ma anche più letale: la sicurezza.

Rischi per la sicurezza: un sistema vulnerabile è una minaccia costante

Il primo, grande motivo per cui restare con Windows 10 dopo la fine del supporto è una cattiva idea riguarda la sicurezza del tuo sistema e dei tuoi dati. Non si tratta solo di una questione tecnica per addetti ai lavori: è un problema reale che riguarda tutti, anche chi usa il computer solo per controllare la posta elettronica o guardare Netflix.

Quando Microsoft smetterà di fornire aggiornamenti per Windows 10, tutte le nuove vulnerabilità scoperte da quel momento in poi resteranno aperte. Nessuna patch, nessun correttivo. È come se ogni giorno si potessero aprire delle crepe nel muro del tuo sistema operativo, e nessuno venisse mai più a ripararle. Il risultato? Una superficie esposta a attacchi informatici sempre più sofisticati, senza alcuna difesa attiva.

E gli attacchi, purtroppo, non sono una minaccia ipotetica. Sono già qui, ogni giorno, silenziosi e automatizzati. I virus informatici si sono evoluti in forme molto più pericolose come i malware, che agiscono in background rubando informazioni senza farsi notare, o i ransomware, tra le minacce più temute degli ultimi anni. Il ransomware prende letteralmente in ostaggio il tuo computer, criptando tutti i file e chiedendo un riscatto – spesso in criptovalute – per riaverli.

Con un sistema aggiornato e supportato, hai buone probabilità di intercettare queste minacce, o quantomeno di limitarne i danni. Ma con Windows 10 dopo il 2025? Ogni nuova vulnerabilità sarà una porta spalancata. Ogni clic su un sito sbagliato, ogni allegato di posta potrebbe rappresentare un punto di non ritorno.

Inoltre, c’è un altro aspetto da non sottovalutare: le minacce non arrivano sempre da fuori. Spesso sfruttano falle presenti già nel sistema operativo, anche molto profonde, di cui solo chi sviluppa il sistema – in questo caso Microsoft – può occuparsi. Se non ci sono più aggiornamenti, non c’è più nessuno a tappare i buchi. E, nel tempo, quei buchi diventano voragini.

Chi pensa di potersi difendere solo con un buon antivirus sta commettendo un errore di valutazione. Gli antivirus, per quanto utili, non possono sostituire il lavoro continuo di manutenzione e aggiornamento del sistema operativo. Un antivirus può bloccare una minaccia conosciuta, ma non può riparare una falla nel sistema che consente a quella minaccia di entrare.

Infine, c’è il tema delle botnet: reti di computer compromessi, usati da cybercriminali per lanciare attacchi in massa. Ecco, un computer con Windows 10 non aggiornato è il candidato perfetto per essere arruolato in una botnet senza che l’utente se ne accorga. Il tuo PC potrebbe diventare uno strumento per danneggiare altri, senza che tu ne abbia alcuna colpa apparente… ma con tutte le conseguenze del caso.

In sintesi, restare con Windows 10 dopo il 2025 significa accettare il rischio costante di perdere i propri dati, di subire furti d’identità digitale, di veder compromessa la propria privacy e persino di mettere in pericolo altre persone o aziende. Non è un rischio da prendere alla leggera.

E il peggio è che, una volta subita una compromissione grave, tornare indietro è difficile, se non impossibile. I dati persi sono spesso irrecuperabili, e i danni (soprattutto se si tratta di documenti sensibili o professionali) possono avere ricadute devastanti.

Implicazioni per la privacy e la conformità: quando l’obsolescenza diventa un rischio legale

Uno degli aspetti più sottovalutati dell’utilizzo di un sistema operativo non più supportato riguarda la privacy e la conformità normativa, in particolare per chi lavora con dati personali o sensibili. Siamo abituati a pensare alla privacy come qualcosa di astratto, ma in realtà è una questione profondamente concreta e giuridicamente regolamentata, soprattutto in Europa.

Con l’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), ogni organizzazione – pubblica o privata – ha l’obbligo di garantire la sicurezza dei dati personali che tratta. Questo significa adottare tutte le misure tecniche e organizzative necessarie a proteggere i dati da accessi non autorizzati, furti, perdita o distruzione.

Ora, proviamo a unire i puntini: se stai usando un sistema operativo non aggiornato, che non riceve più patch di sicurezza e che ha vulnerabilità note e documentate, sei automaticamente fuori norma. Non è più solo una questione di scelte tecniche: è una responsabilità legale.

Immagina uno scenario comune: un piccolo studio professionale continua a usare Windows 10 su tutti i computer dell’ufficio. Uno di questi subisce un attacco informatico e vengono rubati dati sensibili dei clienti. L’autorità garante per la privacy non ci metterà molto a verificare che il sistema operativo era fuori supporto, e che quindi non erano state adottate le misure minime di sicurezza richieste per legge. Il risultato? Multe salate, danni reputazionali, possibili denunce civili da parte dei clienti coinvolti.

Ma non bisogna essere uno studio legale o un’azienda per incorrere in questo rischio. Anche un freelance, un consulente, un docente o un tecnico che gestisce dati altrui (mail, contatti, contratti, documenti di lavoro) rientra nel perimetro del GDPR. E quindi ha le stesse responsabilità.

E per l’utente privato? Anche se la legge è meno severa, i problemi non mancano. Perché la tua privacy è sempre in gioco. Password salvate nel browser, dati bancari, foto, messaggi personali… tutto è potenzialmente esposto se il tuo sistema è vulnerabile. E oggi i cybercriminali non puntano solo alle grandi aziende: ogni utente è un potenziale bersaglio. I dati personali vengono rivenduti nel dark web, usati per truffe online, clonazioni di identità, phishing e frodi bancarie.

Inoltre, considera il ruolo sempre più pervasivo di servizi cloud, app, assistenti vocali, portali online. Tutti questi strumenti interagiscono con il tuo sistema operativo. Se il sistema non è sicuro, l'intera catena viene compromessa. È come se lasciassi le chiavi di casa sulla porta, sperando che nessuno se ne accorga.

Per chi lavora nel settore pubblico, il discorso si fa ancora più delicato. I sistemi utilizzati devono rispondere a precisi standard di sicurezza e continuità operativa. Usare Windows 10 dopo il 2025, senza copertura ufficiale, potrebbe significare inadempienza contrattuale, violazioni di norme interne, blocco di certificazioni e perfino l’interruzione di servizi digitali essenziali.

Insomma, non è solo una questione di “funziona ancora”. È una questione di responsabilità, legalità e buon senso. Continuare a usare Windows 10 dopo la sua fine ufficiale espone a rischi concreti, documentati e difficili da giustificare in caso di problemi.

Ed è proprio per evitare questi scenari che sempre più realtà, piccole e grandi, stanno iniziando a considerare alternative serie. Alternative libere, sicure, aggiornate. Alternative come Linux.

Ma di questo parleremo presto. Prima, c’è un altro punto da affrontare: la compatibilità con il mondo moderno che cambia velocemente. Spoiler: restare indietro non conviene.

Difficoltà tecniche e compatibilità: il mondo va avanti, ma tu resti fermo

Un altro aspetto spesso trascurato, quando si parla della fine del supporto a Windows 10, è quello legato alla compatibilità con il software e l’hardware moderno. È un tipo di problema che non si manifesta subito, ma che cresce giorno dopo giorno, fino a diventare un ostacolo insormontabile per chi cerca di usare il computer in modo efficace e fluido.

Partiamo dal software. Ogni applicazione, programma o servizio che usi quotidianamente – dal browser web all’antivirus, dal gestionale al software per l’editing video – si evolve continuamente. Vengono rilasciate nuove versioni, con funzionalità aggiornate, maggiore sicurezza, ottimizzazioni e correzioni di bug. Ma queste nuove versioni, inevitabilmente, smetteranno di supportare Windows 10.

All’inizio potresti non accorgertene: il tuo programma preferito funziona ancora. Poi un giorno compare un messaggio: “La versione più recente non è compatibile con il tuo sistema operativo”. E da lì iniziano i problemi: non puoi più aggiornare, rimani con una versione vecchia, magari con funzioni mancanti, e soprattutto con bug di sicurezza non corretti.

I browser – come Chrome, Firefox, Edge – saranno tra i primi a smettere di supportare Windows 10. E senza browser aggiornati, navigare in internet diventa pericoloso. I siti potrebbero non caricarsi correttamente, e i rischi di phishing o furti di dati aumentano esponenzialmente. Anche software per videoconferenze, social network, suite di produttività (come Office), servizi di cloud storage e strumenti per lo smart working inizieranno gradualmente a tagliare i ponti.

E poi c’è l’hardware.

Ogni nuovo dispositivo, che sia una stampante, una webcam, un microfono, una scheda video o una semplice chiavetta USB, ha bisogno di driver aggiornati per funzionare correttamente. E i produttori, giustamente, smetteranno di sviluppare driver compatibili con un sistema operativo non più supportato. Tradotto: rischi di non poter usare nuovi dispositivi con il tuo PC, anche se tecnicamente l’hardware è compatibile.

Pensa anche alle nuove tecnologie che stanno prendendo piede: Wi-Fi 6, Bluetooth 5, HDR, USB-C ad alta velocità, dischi SSD NVMe, GPU di nuova generazione... tutte innovazioni che richiedono un sistema aggiornato per funzionare al meglio. Con Windows 10 fuori supporto, non potrai beneficiarne. È come guidare una macchina degli anni '90 nel traffico del 2025: tecnicamente ci riesci, ma con mille limitazioni e disagi.

Inoltre, alcuni servizi e applicazioni online – come ad esempio strumenti di banking digitale, PEC, firma elettronica o accesso SPID – potrebbero interrompere il supporto ufficiale a Windows 10, o consigliare esplicitamente di non utilizzarlo per motivi di sicurezza. In certi casi, addirittura, potrebbero rifiutare l’accesso da un dispositivo con sistema operativo obsoleto.

Infine, anche il supporto tecnico – da parte di tecnici, assistenze ufficiali e community online – tenderà a ridursi col tempo. Nessuno sarà più interessato a risolvere problemi su un sistema dichiarato “morto”. E anche trovare guide aggiornate, soluzioni ai bug, suggerimenti pratici… diventerà sempre più difficile.

Il quadro che ne emerge è chiaro: restare su Windows 10 ti costringerà a un progressivo isolamento tecnologico. Il tuo computer continuerà a funzionare – forse – ma sarà sempre più zoppicante, limitato, frustrante. E se a tutto questo aggiungiamo i problemi di sicurezza e legalità già visti… la domanda è inevitabile: perché restare indietro, quando puoi andare avanti?

Nel prossimo paragrafo tiriamo le fila del discorso.

Conclusione: il momento di decidere è adesso

Arrivati fin qui, il messaggio dovrebbe essere chiaro: restare con Windows 10 dopo il 2025 non è una strada percorribile, né per chi lavora con i dati, né per chi vuole semplicemente continuare a usare il proprio computer con serenità.

I rischi per la sicurezza sono reali e quotidiani. Le implicazioni legali sono pesanti, soprattutto in ambito professionale. Le difficoltà tecniche cresceranno mese dopo mese, fino a rendere il sistema instabile, incompatibile, isolato.

Non si tratta più di chiedersi “se” cambiare, ma quando e come farlo. E la risposta migliore è: subito, e in modo consapevole. Il tempo per improvvisare è finito. Ora è il momento di pianificare una transizione verso un sistema moderno, supportato, sicuro. Un sistema che non ti costringa a comprare nuovo hardware, né a pagare per ottenere aggiornamenti. Un sistema che ti restituisca controllo, privacy e libertà.

E questo sistema esiste. Si chiama Linux.

Nel prossimo articolo ti guiderò alla scoperta del mondo Linux: ti spiegherò perché non è più (solo) roba da smanettoni, ma un sistema operativo adatto a chiunque voglia usare il proprio PC in modo semplice, sicuro e intelligente. Vedremo quali sono i suoi vantaggi concreti, come si presenta oggi, e perché – anche grazie al supporto di scrivocodice.it – il passaggio può essere più facile e gratificante di quanto immagini.

Non aspettare che Windows 10 ti abbandoni. Inizia a guardare avanti.

scrivocodice.it è qui per accompagnarti, passo dopo passo, verso il tuo nuovo modo di usare il computer. Libero. Sicuro. Tuo.